Un romanzo sull’esodo da Fiume, 1946. Voci dal silenzio

Lunedì 12 giugno 2017 sarà presentato, a cura del professor Elio Varutti, il libro di Elettra e Maria Serenella Candiloro, intitolato “Voci dal silenzio, San Giuliano Terme, (PI), Dreambook, 2016. Si tratta di un romanzo sull'esodo da Fiume, nel Quarnaro.

Fiume 1939, studentesse della scuola  "Emma Brentari" coi genitori delle autrici, insegnanti nello stesso istituto. Fotografia della Collezione famiglia Candiloro, Piombino (LI)

L’evento è organizzato dal Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), in collaborazione con la Società Filologica Friulana. La presentazione si terrà presso la “Cjanive de Filologjiche” (La Cantina della Filologica), in Via Manin 18/a, (g.c.) di Udine, alle ore 18.00.

Saranno presenti le autrici. Il volume, oltre a una vicenda dell’esodo di italiani da Fiume (seconda guerra mondiale), contiene qualche termine in lingua friulana e una storia di emigrazione da Valeriano (PN) a Fiume, nel Golfo del Quarnaro, di fine Ottocento-primi del ’900 come terrazzai.

Sarà presente anche Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD). Elio Varutti, insegnante in pensione, è vice presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’ANVGD.

Che tipo di libro è?

Questo affascinante volume appartiene in pieno alla seconda generazione della letteratura dell’esodo. Ha vari spunti di auto-riflessione. È questo un tipo di scrittura venuto a galla dopo gli anni 2004-2007. Ossia dopo l’approvazione della legge sul Giorno del Ricordo (2004) e dopo il celebre discorso (2007) del presidente Giorgio Napolitano di denuncia del silenzio della storia sui fatti delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata dei 350 mila profughi italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

Alcuni di loro, a questo proposito, rifiutano il verbo “fuggire”. Ci tengono a precisare che fu un’uscita autorizzata, dopo avere optato per l’Italia. Con documenti regolari, insomma, anche se aspettati per vari anni dagli uffici di Zagabria. Ma quanto gli è costata quella uscita? È proprio vero che fu un trasloco qualsiasi, oppure fu un autentico fuggifuggi dalle prevaricazioni titine, dalle violenze e dalla paura di finire ucciso nella foiba?

Sin dalla copertina, che riporta un’elegante illustrazione acquerellata di Sara Angiolini, c’è una citazione dell’esodo giuliano dalmata, con bambini, ragazze in gruppo e due donne che portano una cesta, nella fuga dalla Jugoslavia di Tito. Quell'immagine è ormai un'icona dell'esodo degli italiani dall'Istria.

Tutto è incentrato sulla vita a Fiume, nel Quarnaro, di una coppia di giovani che si sposano nel 1938. Poi arrivano i venti di guerra e lui parte per la Libia, essendo stato richiamato militare, lasciando la giovane sposa in attesa di una bambina.

Il libro è tutto con nomi di fantasia, ma si incardina sulla storia vera della famiglia delle autrici e dei loro avi.  Si pensi che, di recente, è sorto un ramo del turismo, appunto definito "turismo genealogico". Le stesse scrittrici mostrano, per così dire, una certa dicotomia nell’appartenenza socio-territoriale. Mi spiego meglio. La primogenita è nata a Fiume, mentre la secondogenita nasce a Udine, durante l’esilio dei genitori, che come capita alle genti dell’esodo d’Istria, Fiume e Dalmazia, li porta in varie parti d’Italia: Friuli, Sicilia e Toscana. Alla fin fine sono questi i luoghi dei nonni e degli studi universitari delle giovani degli anni 1950-1960.

La famiglia Mareschi, Valeriano 1914. Nonni delle autrici, attivi a Fiume come terrazzai e mosaicisti. Fotografia Malignani. Collezione famiglia Candiloro, Piombino (LI)

La prima autrice è molto legata alla città mitteleuropea di Fiume italiana. Ambra (questo è lo pseudonimo) descrive il legame profondo dei fiumani con la città. C’è il significato profondo della perdita dello spirito fiumano, oltre ai beni materiali, come le case, i negozi, i magazzini, i cantieri e  le industrie. «Quello che è andato perduto – è scritto a pag. 112 del volume – quello che i fiumani rimpiangono di più, è lo spirito di una città che sentivano diversa, amica, calda ed accogliente, anche con chi non vi era nato, ma vi era giunto in un momento della sua vita. No, se non si è vissuti a Fiume, non si può capire».

La sorella nasce a Udine, con la famiglia in esilio. Giuditta (nella finzione del libro romanzo) si sente cittadina udinese. Lo scrive (alle pagine 182 e 211). La vita della famigliola fiumana nel capoluogo friulano si sviluppa in Baldasseria Bassa, dove le giovani ricordano i lavatoi sul canale Ledra. Le donne andavano a lavare i panni presso tali lavatoi. Ce n’erano diversi in città.

Nel volume c’è tanta storia: la Libia, il campo di prigionieri italiani di Yol (India), i titini, le foibe, Caporetto, la questione di Fiume con D’Annunzio che girava per la città del Quarnaro col suo cavallo bianco. C'è tanto Friuli, si va da Pinzano a Valeriano, Ragogna, San Daniele, ai baracconi di Udine (luna park e ambulanti) e molto altro.

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Elettra e Maria Serenella Candiloro, Voci dal silenzio, S. Giuliano Terme, (PI), Dreambook, 2016.