Guerra in Jugoslavia, italiani contro, 1942-1943
Il racconto che segue mi è stato riferito da poco. È breve, ma molto significativo sul caos generato dalla guerra. Anche il testimone che me lo ha riportato l’ha saputo da suo padre militare italiano impegnato in Jugoslavia, dopo un po’ di tempo. Non sono fatti da riferire con tanta spontaneità. Non son cose di cui sentirsi onorati.
Veniamo al racconto che ho raccolto. Nei libri di storia non si trovano questi fatti, che divisero profondamente i militari italiani fra di loro. “Mio papà era militare nella Divisione di fanteria “Re” – ha raccontato M.C. – durante la Seconda guerra mondiale. Si trovava in zona d’occupazione in Jugoslavia nel periodo 1942-1943. Ebbero l’ordine di accerchiare un villaggio di ribelli per cercare armi. Poi presso un fienile e in un casolare, fatti uscire in fretta donne e bambini, i soldati italiani videro arrivare le camicie nere col lanciafiamme, che diedero fuoco alle costruzioni del villaggio. Allo stesso tempo, altri militari italiani di presidio sulle colline circostanti iniziarono - incredibilmente - a sparare contro i fascisti che bruciavano il fienile. Allora mio padre concluse il racconto con la frase: Questa non è più la mia guerra!”
La fonte orale è M. C., nato a Udine nel 1954, intervistato il 23 settembre 2019 da Elio Varutti.
Un cenno alla grande storia
Nel mese di marzo 1941 la Divisione di fanteria “Re” riceve in organico la 75ª Legione CC.NN. "Italo Balbo". Come si legge sulle fonti enciclopediche, la Divisione “Re” il 6 aprile 1941, quando inizia l’invasione della Jugoslavia da parte delle forze dell’Asse, varca il confine a Raune, in Comune di Caporetto (attuale Slovenia). Vengono occupate le località di Ledine, in Comune di Idria e Govecco (il 10 aprile) e il giorno dopo Žiri, in Alta Carniola. Il nemico in rotta è inseguito in Slovenia fino a Lubiana e Dranska e dopo la fine delle ostilità gli italiani si schierano come forza di occupazione. In maggio la Divisione viene trasferita in Croazia, per operazioni di rastrellamento. Dal mese di novembre 1941 i reparti della divisione devono affrontare una lotta accanita contro i partigiani jugoslavi sempre più organizzati e forti. Gli attacchi continuano nel 1942 alle vie di comunicazione ed ai presidi tenuti dai reparti italiani in Croazia e Slovenia. In ottobre la grande unità attacca e distrugge le posizioni partigiane sul Carso sloveno, poi a Gračac ed a Medak, sulla linea ferroviaria Ogulin-Spalato. Le operazioni contro i partigiani continuano nel 1943 in Dalmazia ed in Erzegovina, dove la divisione prende parte alla battaglia della Neretva, fino al 28 agosto, quando inizia il rientro in patria.
La fotografia di copertina
Si precisa, infine, che la fotografia di copertina nulla ha a che fare con l’evento descritto dal signor M.C. Il reparto italiano di cavalleria immortalato nell’immagine si trova a “Barilovic (Croazia) per una sosta dopo una ricognizione 3.III.42-XX”, come recita la didascalia originale (Collezione Giulio Orgnani, Udine). Barilović è oggi un comune della Croazia, di 3.095 abitanti, della regione di Karlovac.
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Servizio redazionale e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografia da collezione privata citata nell’articolo.